venerdì 27 febbraio 2015

La guerra è la lezione della storia che i popoli non ricordano mai abbastanza

Oggi non si scherza. Ma rifletto e mi domando cosa aspettiamo ad intervenire per fermare questo nuovo nazismo chiamato ISIS. La storia è fatta di corsi e ricorsi: abbiamo già visto sulla pelle dei nostri nonni cosa vuol dire vivere sotto una dittatura, con la paura di non fare più ritorno a casa la sera. Sempre i nostri nonni hanno avuto la forza ed il coraggio di prendere le armi, lasciando le proprie famiglie per ritirarsi sui monti e combattere quello schifo della storia che si chiama nazismo. Con la Costituzione i Padri fondatori hanno fatto una promessa: non permetteremo mai più in nessuna parte del Mondo che ci siano persone che soffrano quello che noi abbiamo sofferto. Che in nessuna parte del Mondo ci siano prepotenti che con l'uso della violenza mettano a tacere la ragione. In nessun Parte del mondo permetteremo mai più che ci possano essere persone che siano giudicate per il loro credo o per la propria etnia. Mai Più. Quando una alta carica dello Stato, un militare, un cittadino, giura di difendere la Costituzione fa questa promessa.



Oggi, ieri e l'altro ieri, accendendo il televisore di casa si vedono scene che mi fanno rabbrividire. Che mai avrei pensato di vedere. Che mai nessuno penserebbe mai di mettere in atto.

Oggi più di ieri queste violenze aumentano: un giornalista a cui viene tagliata la testa, un pilota che viene arso vivo, 15 cristiani la cui unica colpa è essere cristiani, uccisi con le fiamme. Uomini, donne e bambini che muoiono per un sì o per un no. Che vengono ammazzati solo perché parlano un'altra lingua o professano un altro credo. Mentre noi siamo qua, nelle nostre tiepide case, che troviamo tornando a casa a sera il cibo caldo e visi amici, nei nostri caldi letti, davanti alle nostre abbondanti tavole, siamo qua, che ci indignano e aspettiamo, che parliamo. Aspettiamo che qualcosa avvenga.

Molte delle nostre città hanno ancora i segni del più terribile conflitto di tutti i tempi. Oggi queste ferite, forse rimarginate stanno scomparendo. Sta sparendo il ricordo di quello che successe, sono troppi i tristi fatti compiuti nella seconda guerra mondiale e non ne vale la pena ricordarne uno in particolare. La guerra è la lezione della storia che i popoli non ricordano mai abbastanza, è la frase che riecheggia nelle nostre memorie. Proprio per questo non vogliamo mai più la guerra. Non vogliamo mai più soffrire. Vorrei vivere in un mondo di pace dove nessuno si deve preoccupare della sua sicurezza, perché è un mondo che sarà sicuro. Per conquistare questo si deve combattere. Non possiamo stare qua fermi ad aspettare che la nostra libertà, la nostra cultura ci venga portata via.

Siamo occidentali, alcuni cristiani, alcuni ebrei, alcuni atei, alcuni agnostici, alcuni mussulmani. Tutti viviamo consapevoli che l'umanità di oggi per arrivare dov'è ha compiuto grandi conquiste. Pensate alla penicillina, ai cellulari, alla Tour Eiffel, ai grattacieli da 1 km di Dubai, all'uomo che per la prima volta fa un salto sulla Luna, al rover che cammina su Marte. Sono conquiste che l'uomo ha fatto. Ma ne ha fatte altre: pensate nel passaggio tra la storia e la preistoria quando sono state scritte le prime leggi: l'uomo ha preso finalmente coscienza di essere una collettività e non un aggregato di singoli, servivano leggi comuni per poter gestire questa comunità e tutti le dovevano conoscere. Quando un uomo artista nell'antichità ha scolpito le statue che sono state distrutte nei giorni scorsi nel museo di Mosul. Non sono dispiaciuto tanto per la statua in se, alla fine possiamo dire che è un pezzo di pietra . Sono incazzato perché quella è una conquista che un nostro antenato comune è riuscito a compiere. Ha capito che l'uomo aveva delle dimensioni che è riuscito a riproporre. Ha capito che la pietra poteva prendere la forma che le sue mani volevano. Ha capito che una persona che vede quella statua viene colpito e gli nasce dentro un sentimento. Quella statua è stato un passo avanti per l'umanità, che ci ha permesso di arrivare ad oggi. Quella statua rappresenta il primo granello di sabbia della silice che occorre a realizzare un chip per l'iphone.


Oggi siamo qua che aspettiamo di vedere la prossima orripilante scena che ci viene trasmessa. Oggi dovremmo essere qua a pensare come fare perché queste cose non avvengano più. Oggi dovremmo pensare a come intervenire per fermare l'ISIS e farlo.


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