sabato 20 ottobre 2012

W la Piana, giammai Padana, sempre Italiana.

IL TEMPO DI UN'ATTESA E' SPAZIO PER CAPIRE NUOVE E MIGLIORI ALLEANZE DI COLORI

 All’inizio dello scorso mese un collega, mio caro amico, nonché presidente di un ONLUS costituita per la formazione permanente dei giovani lavoratori, mi propose di collaborare con lui per organizzare un corso di approfondimento dal titolo “ L’inizio dell’Età d’oro per l’Impero Asburgico: la politica di riforma dell’Imperatrice Maria Teresa d’Austria”; un ciclo di conferenze che abbraccia un progetto di più ampio respiro della durata di un intero anno. Accettai.
Il giorno dell’incontro posi a tutti gli uditori una domanda retorica che successivamente mi fece riflettere: quale nazione o popolo non conobbe mai nella propria storia “l’età dell’oro”, intesa quale età di splendore, di rinascita, anche grazie all’impegno di una “brava” Sovrana?
Ad esempio, in Austria, Maria Teresa fu considerata una tipica "monarca illuminata" grazie alle numerose riforme che attuò nell'Impero Asburgico durante i quarant’anni di regno (1740-1780):
divise i poteri finanziario e amministrativo da quello giudiziario.
Promosse la redazione del catasto, che sarebbe stato imitato in molti altri paesi, introdusse l'istruzione primaria obbligatoria, finanziò le spese della pubblica istruzione.
Diminuì i poteri del clero, l'Inquisizione venne gradualmente abolita,  fece della città di Vienna una grande capitale culturale, e la corte era meta di intellettuali e artisti, fra i quali si ricordano i musicisti Haydn e Mozart, e i letterati Pietro Metastasio e Vittorio Alfieri.

Maria Teresa fu da natura dotata di straordinaria bellezza, di virile coraggio, di squisito intelletto. Quando era giovane amava sommamente il ballo, le mascherate, i pubblici divertimenti. L’antichità non ci ha lasciato modelli più perfetti della fedeltà coniugale di quello che a noi ne porge l’imperatrice; pochi uomini hanno raccolto in se stessi tanti pregi. Il suo regno fu considerato dai sudditi, un’ era di gloria e di felicità” (da un testo dell’epoca).
Così fu per altrettanti popoli con a capo “sovrani con la gonna”: Cleopatra d’Egitto; Ester, regina degli Ebrei; Eleonora d’Aquitania; Elisabetta I d’Inghilterra e poi la regina Vittoria (famoso periodo Vittoriano); Santa Elisabetta regina d’Ungheria; l’imperatrice Caterina di Russia; Cristina di Svezia e tante altre ancora.
I giorni di vita di Maria Teresa sono stati il secolo d’oro dei popoli della Casa d’Austria.
E ad Albenga??
I giorni di vita (politica s’intende) della Giuntina sono per gli ingauni come l'attesa all’ufficio postale di Via dei Mille: un interminabile periodo di amarezza.
Qualcuno mi spieghi, perché tutti gli altri popoli –prima o dopo- hanno avuto la fortuna di vivere in un bel periodo (color dell’oro), invece a noi (popolo Ingauno) la sfiga di questa sola stagione (neanche all’altezza di essere denominata “Periodo") e per lo più color VERDE.
Il colore Verde non l’ho mai potuto "subire".
Alle elementari (e per tutta la Scuola Media) quando mi si chiedeva il mio colore preferito, rispondevo: “l’azzurro, come il cielo”, e se il prato era verde io lo coloravo di marrone, perché -tra me pensavo- la terra è color marrone.
Da liceale “la Verde Regina” era sinonimo dell’ Erba , e siccome l’unico fumo che conoscevo era quello della Sacrestia e della Sigaretta di mio padre, già per me fastidioso, la cosa non mi ha mai interessato particolarmente.
All’università poi la scoperta: il “Verde” era il colore del Popolo Padano.
La visione di tale Tinta –da allora – mi ha sempre creato una forte allergia, diversa per ogni tonalità di Verde. Figuratevi quando in TV vedevo Bossi e il suo “Trota” vestiti di Verde … entravo in crisi asmatica.
La cosa che però -ad oggi- altera la mia già instabile pressione arteriosa è che il popolo ingauno, nel tentativo di entrare anch’esso nell’età dell’oro, abbia –in buona fede – mischiato il VERDE  padano con L’AZZURRO della  libertà, creando così un intruglio letale, ontologicamente avverso all’arte figurativa: Il Verde bluastro!!
 Che cazzarola di colore è il verde bluastro?
E’ mai possibile che il periodo d’oro vissuto da tante città nella storia – Vienna, ad esempio – è per Albenga  l’opposto, la stagione del Verde bluastro?
Improvvisamente la mia coscienza ha risposto: “Ellante, il periodo –oggi – è color Verde bluastro, perché è tempo di attesa e di speranza”.

Sono intimamente persuaso, infatti, che questa attesa è un dono del Tempo, uno spazio per capire e per capirci, un percorso politico ed artistico in metamorfosi, quando un giorno, vista l’ora, è appena finito e un nuovo giorno è appena cominciato, un nuovo periodo ingauno per miscelare meglio i colori, per non sbagliare più in futuro, per prepararci -così- ad andare finalmente alla rivoluzione.

Ecco, la lezione che ho imparato: il futuro non è roseo come spesso ci fanno credere, in realtà è pieno di colori; ad un passo dal monocromatico presente un arcobaleno ci attende; non disperate, dunque, onorevoli cittadini ingauni, ci saranno occasioni migliori per provare altre combinazioni di colori e, forse, un giorno non molto lontano tingere Albenga col "color dell'Oro".

Non credete?
Alla prossima.
W la Piana, giammai Padana, sempre Italiana.

4 commenti:

  1. c'è un modo per far avverare questo sogno, Robello cosa aspetti a mandarli tutti a casa?

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  2. Ben detto ellante!! W la piana mai più padana solo italiana!! ma alla prossima cambieremo colore e registro!! Il colore oro sarà delle cinque stelle.

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    1. ''mi piace'' speriamo che anche ad Albenga ci sia un 5 stelle come si deve. Ci sono tanti giovani in gamba. Anche perché tra questa destra e quella sinistra non vedo futuro alcuno. Nessuno! Bruno te che leggi, mandali a casa!

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  3. Un misto di colori perfetto: il bianco!! Tutti a casa, fattelo per Albenga!!

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