mercoledì 22 maggio 2013

Interrogazione parlamentare in attesa di risposta: Grazie Franco!

L'Ingauno Franco Vazio, neo eletto alla Camera dei Deputati presenta una interrogazione parlamentare dei due ragazzi detenuti in India. Non i due marò, ma Tommy ed Eli:




Atto Camera 
Interrogazione a risposta scritta 4-00529 presentata da VAZIO Franco
Martedì 21 maggio 2013, seduta n. 20

— Al Ministro della giustizia, al Ministro degli affari esteri. 

Per sapere premesso che:

- in questi anni, in questi mesi si è assistito a fatti che interpellano il Paese sul ruolo che le istituzioni debbano avere in relazione a fatti e situazioni che si verificano all'estero e che riguardano la libertà personale, la celebrazione di un giusto processo, l'incolumità ed il regime di custodia carceraria dei nostri connazionali;

- in riferimento a ciò è lecito domandarsi con quale autorevolezza, con quale determinazione e soprattutto con quale efficacia il nostro Paese ed il nostro governo devono porsi nei confronti dei Paesi e dei Governi ove tali situazioni si verificano; ed ancora e non secondariamente, quale vicinanza e quale aiuto le istituzioni devono manifestare e dimostrare nei fatti a questi cittadini ed alle loro famiglie;

- il Parlamento si è occupato della triste e complicata vicenda dei Marò, un quasi «naufragio diplomatico», una storia nella quale, nella migliore delle ipotesi, il nostro Paese non ha certamente dimostrato tutta la sua autorevolezza;

- è notizia di questi giorni della morte di un altro giovane, Claudio Faraldi, nel carcere di Grasse, lo stesso istituto di pena dove nel 2010 morì, in circostanze ancora tutte da chiarire, un altro nostro giovane connazionale, Daniele Franceschi;

- molti sono i casi ricchi di solitudine e disperazione, così come la storia terribile di due giovani connazionali, Elisabetta Boncompagni e Tomaso Bruno, che nelle more del processo, da oltre tre anni, sono rinchiusi nelle carceri indiane: due cittadini italiani che lottano per dimostrare la loro innocenza perché accusati della morte del loro amico e compagno di viaggio;

- era il 4 febbraio del 2010 quando Elisabetta e Tomaso rinvengono il loro amico Francesco Montis in stato di grave difficoltà respiratoria e allertano subito lo staff dell'albergo dove alloggiano, poi la corsa in ospedale e purtroppo la morte di Francesco;
i due giovani chiedono aiuto all'ambasciata italiana a New Delhi: la polizia prima li invita a non lasciare l'albergo e poi, dopo averli accusati di omicidio, li rinchiude in carcere dove tuttora si trovano;

- vengono celebrati due gradi di giudizio che si concludono entrambi con una sentenza di condanna per omicidio alla pena dell'ergastolo: ora resta solo l'ultimo grado di giudizio del prossimo 3 settembre;

- in questi processi anche i poveri familiari del Montis gridano l'innocenza di Elisabetta e Tomaso, evidenziando il noto pregresso stato di malattia del proprio figlio;

- osservatori internazionali confermano che, come sostenuto dai legali dei due giovani, le sentenze sono assolutamente errate, utilizzano prove bizzarre e forzate e si fondano su una perizia post mortem totalmente fantasiosa fatta da un medico oculista: un perito che, smentito dai consulenti di parte, non sa dare spiegazioni alle sue conclusioni e cioè da dove ricavi la deduzione che il Montis sia morto per asfissia da strangolamento e non per cause naturali, un processo con garanzie processuali di fatto inesistenti, celebrato, senza traduzione, in parte in lingua Indi ed in parte in lingua Inglese;

- in tre anni di carcere i due giovani detenuti italiani sono sostanzialmente isolati, non possono telefonare, non possono interloquire via internet e possono solo ricevere visite assolutamente sporadiche;

- il nostro Paese non può accettare che i nostri cittadini vengano così rozzamente processati;

- il nostro Paese non può tollerare che i diritti di difesa e di garanzia siano stati e siano tuttora così umiliati;

- il nostro Paese non può lasciare questi poveri ragazzi e le loro famiglie al loro destino limitandosi ad assumere posizioni di principio tanto deboli quanto effimere;

- guardando al caso di Elisabetta e Tomaso viene da domandarsi se sia tollerabile che il nostro Paese, la nostra ambasciata, suggerisca ai disperati famigliari gli avvocati per un efficace difesa e poi li lascino in balia di essi;

- a queste famiglie, ad oggi, per la difesa di Elisabetta e Tomaso sono stati richiesti dagli avvocati e quasi per intero corrisposti oltre 390.000 euro a fronte di un sostegno offerto che appare davvero come una goccia nel mare –:

tanto premesso
per sapere e quindi
si chiede se i Ministri interrogati intendano:

a) intervenire, anche in via di urgenza, per promuovere ogni utile iniziativa per dare soluzione ed efficace sostegno a queste situazioni disperate ed al tempo stesso fonte di umiliazione per il nostro Paese;

b) farsi promotori ed al tempo stesso supporto di una forte iniziativa del Governo per la tutela dei succitati diritti;

c) rendere note e chiarire infine le circostanze e le iniziative di cui in premessa onde comprendere il ruolo e l'efficacia di azioni esercitati dall'Ambasciata Italiana in India. (4-00529)

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