giovedì 21 marzo 2013

I taglio ai costi dei politici o alla politica?

Franco Vazio ci riesce e va a Roma, con la stampella. Aggiorna il suo pensiero, sopratutto relativo ai costi dei politici, più che della politica. Aggiornando il suo stato di facebook ci racconta in diretta da Roma:
So che quando piove bisognerebbe solo aprire l'ombrello, ma come ho sempre fatto voglio dire la mia e condividere con voi alcune riflessioni.
È evidente che i privilegi, così come gli sprechi, non possono trovare posto in un paese civile e democratico.
Cosa diversa è però rincorrere chi sostiene che le cariche elettive debbano essere umiliate ovvero ridotte a cariche essenzialmente gratuite.
Io ho sempre creduto (così sempre comportandomi) che la politica sia una scelta di servizio e che comunque debba rappresentare una parentesi (breve) della propria vita lavorativa e professionale.
Se così è mi domando come tale principio, caro a molti in questi giorni, possa conciliarsi con il fatto che tale parentesi sia appetibile (almeno equivalente) per chi ha un lavoro, un'impresa o una professione.
Estremizzando, tale scelta di servizio, sarebbe appetibile solo per disoccupati o pensionati.
Siamo sicuri che tale filosofia aiuterà ad avere una rappresentanza politica qualificata. Mi verrebbe da dire che, vicino ai disoccupati, ai pensionati, ai lavoratori dipendenti (che certamente ci devono essere) sia utile, per completezza di esperienze, avere anche imprenditori, manager e professionisti.
Non vorrei che qualcuno pensasse, per semplificare la discussione, che sia meglio far a meno di questi ultimi.
Inoltre se la nostra Costituzione definisce equivalenti i Poteri dello Stato non capisco perché si miri ad umiliare i compensi solo con riferimento alla parte politica ed esecutiva (... e la magistratura??).
Se i poteri sono equivalenti eguale dignità, anche economica, devono avere le diverse funzioni.
Se la politica non è stata o non è all'altezza si deve migliorare il metodo di selezione della rappresentanza.
Diversamente accanto a coloro che nulla hanno da lasciare in termini di lavoro, impresa e professione, sederanno, una volta ancora i faccendieri e i prestanome.
Si scelga un modello virtuoso (Francia, Germania, Inghilterra, Stati Uniti o altro Stato) a me andrà bene in ogni caso.
Ciò posto, questa non è l'unica priorità.
Vorrei che si parlasse anche di economia, lavoro, rifinanziamento della Cassa integrazione, patto di stabilità dei nostri Comuni, equità e merito.....
... altrimenti siamo nuovamente in braccio al populismo ed alla demagogia...
Sì, sembra un attacco diretto ai 5 stelle. Perché in fondo siamo d'accordo anche noi con questa filosofia: non si può campare di sola aria, ma avendo 20'000 € al mese non si rischia di rimanere soffocati? Comunque il nuovo Padre, l'Eraldone del Centa, con la calcolatrice alla mano, commenta subito la notizia:


In merito ai tagli alla politica, nessuna forza politica ha mai proposto, mi pare, che le cariche elettive ‘debbano essere umiliate ovvero ridotte a cariche essenzialmente gratuite’. Non vorrei che l’On.le Franco Vazio, da pochi giorni entrato al Parlamento grazie all’incontro tra la fortuna e i complessi regolamenti di questa legge elettorale, avesse confuso le stanze delle adunanze parlamentari con i dehors dei bar sparsi per il Rione Colonna in centro a Roma.
In questi giorni, la neo Presidente della Camera Laura Boldrini e il neo Presidente del Senato Pietro Grasso, hanno dichiarato nei salotti ‘rossi’ della TV di Stato che si sarebbero tagliati ‘lo stipendio del 30%’. Una operazione di marketing che è piaciuta a molti, la loro apparizione tv sembrava quasi una scena del libro Cuore. È bene allora sapere che se l’annuncio delle cariche elettive poteva rappresentare un primo passo decisivo verso una spending rewiev della politica, in realtà, dietro alla magia, c’è il trucco. Il taglio degli stipendi, infatti, riguarda solo l’indennità di funzione dei Presidenti delle Camere, una piccola e irrisoria voce del compenso complessivo ricevuto ogni mese e cioè il 7% complessivo di 25 mila euro lordi mensili.
Spettano ai Presidenti delle Camere – prosegue l’assessore ingauno -, oltre all’indennità di carica, pari a 4.200 euro netti (meno l’acclamato 30% di taglio pari a 1260 euro), altri 13810,7 euro netti mensili che arrivano ad ogni deputato a fine mese. Ecco perchè, sulla somma complessiva di compensi percepiti, 24.965,11 euro lordi mensili, la Presidente della Camera Laura Boldrini e il Presidente del Senato Pietro Grasso non si sono tagliati il 30% dello stipendio complessivo, ma solo il 7%.

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